Obiettivo dell’ambulatorio è fornire cure che siano mirate e specifiche per la ferita, al fine di accompagnare il paziente lungo un percorso teso a raggiungere un miglioramento della qualità di vita, fino alla guarigione della lesione stessa.
Le lesioni o piaghe da decubito si verificano in quei pazienti costretti a stare a letto per periodi di tempo prolungati. Esse coinvolgono i tessuti molli che rimangono schiacciati tra il materasso o il sedile di una poltrona e l’osso soprastante. Le piaghe da decubito possono colpire soggetti di qualsiasi età ma soprattutto nell’età avanzata si ha la maggiore incidenza di tale sintomatologia.
Il paziente con lesione cutanea viene inserito all’interno di un percorso diagnostico terapeutico. Dopo un primo inquadramento clinico da parte del medico specialista con la raccolta della storia clinica del paziente, delle sue patologie e la sua valutazione della lesione e dello stadio della stessa, il medico predispone un piano terapeutico personalizzato che viene monitorato nella sua evoluzione al fine di poter esser modificato in caso di mutamento della lesione stessa fino alla guarigione.
Le recenti conoscenze riguardo il “wound care” o cura delle ferite hanno messo in luce nuovi dispositivi, cosiddetti “medicazioni avanzate” in grado di aiutare l’operatore che può avvalersi di un materiale che, a differenza della medicazione tradizionale, interagisce con l’organismo provocando una determinata risposta biocompatibile.
Queste medicazioni sono composte da diversi materiali e sono spesso in grado di rimanere attivi sul letto di ferita per più giorni, riducendo il numero di medicazioni e di accessi e migliorando così la qualità di vita del paziente.
Piuttosto che parlare di ferita, è opportuno riferirsi ad una serie di stadi di sviluppo di una ferita caratterizzati da una condizione fisiopatologica in evoluzione; ogni stadio ha necessità di un atto medicativo differenziato, specifico e personalizzato poiché può mutare verso la guarigione o “complicare” verso situazioni diverse.
Il professionista deve valutare e scegliere il presidio appropriato tra un’ampia gamma di prodotti a seconda della fase della lesione.
Ad esempio il chirurgo può utilizzare anche la terapia a pressione negativa che è l’applicazione controllata e localizzata di una pressione sub atmosferica (una sorta di “vacuum o sotto vuoto” in corrispondenza di una ferita) che costituisce una terapia esercitata sui tessuti al fine di stimolare e promuovere i processi di risanamento, riducendo notevolmente il tempo di guarigione.
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