
01 Feb Disturbi Respiratori del Sonno
Un’intervista con il Dr. Tassone: sintomi, prevenzione e l’importanza di una buona qualità del sonno per la salute respiratoria.
Dottor Tassone, può spiegarci cosa sono i disturbi respiratori del sonno?
Il russamento, o roncopatia, è un disturbo che coinvolge tantissime persone e spesso può portare ad un vero disagio nell’ambito familiare e di coppia. È caratterizzato da un respiro rumoroso durante il sonno ed è causato da un’ostruzione al passaggio dell’aria nelle vie aeree superiori durante il sonno. Può essere isolato o associato a pause del respiro, in questo caso si parla di Apnee del Sonno. La comparsa di ripetuti episodi di ostruzione si associa ad una diminuzione di ossigeno nel sangue ed un aumento dell’anidride carbonica. Questo può comportare nel tempo ripercussioni sul sistema cardiovascolare, con sensibile aumento del rischio di ipertensione, infarto, ictus.
Quali sono le principali tipologie di disturbi respiratori del sonno?
I disturbi respiratori del sonno rappresentano un insieme eterogeneo di condizioni patologiche caratterizzate da una respirazione anomala durante il sonno. La più comune tra queste è la sindrome da apnee ostruttive del sonno che può interessare gli adulti e i bambini con un quadro sintomatico completamente differente. Nell’adulto è spesso caratterizzata da sonnolenza diurna o stanchezza, al contrario nel bambino è causa di iperattività durante il giorno disattenzione e difficoltà di apprendimento.
Quali sintomi dovrebbero allertare una persona riguardo a un possibile disturbo respiratorio del sonno?
I sintomi di questa condizione possono essere talvolta aspecifici, quali il mal di testa al mattino, la sensazione di non aver riposato bene o a sufficienza, irritabilità e difficoltà di concentrazione. L’eccessiva sonnolenza diurna è la condizione la più fastidiosa per il paziente che può portare ad avere difficoltà a restare svegli durante il giorno fino al classico “colpo di sonno” o addormentamento in situazione inappropriate.
Come si procede per diagnosticare un disturbo respiratorio del sonno?
La diagnosi dei disturbi respiratori del sonno richiede spesso un approccio multidisciplinare in cui lo specialista Otorinolaringoiatra svolge un ruolo centrale. La visita otorinolaringoiatrica permette di individuare la sede dell’ostruzione respiratoria nel caso sia legata a un disturbo delle alte vie respiratorie, quali il naso oppure a livello oro-ipofaringeo.
La visita ORL è di norma associata alla esecuzione di una fibrolaringoscopia per la valutazione delle prime vie aeree. In alcuni casi può essere necessaria l’esecuzione di un ulteriore esame chiamato polisonnografia per esaminare un quadro di apnee o ipoapnee, correlate a un abbassamento di ossigenazione del sangue.
Quali opzioni di trattamento esistono? Ci sono terapie specifiche che consiglia?
Ad oggi esistono diverse soluzioni quali la terapia medica, chirurgica oppure è possibile avvalersi di dispositivi che migliorano la respirazione notturna. La scelta di un determinato approccio è legata alle singole caratteristiche anatomiche individuali e pertanto deve scelto in base al paziente
La chirurgia può rendersi necessaria qualora la terapia medica non risulti efficace e può intervenire a livello nasale (settoplastica e riduzione dei turbinati), a livello palatale e del faringe (faringoplastica, tonsillectomia con radiofrequenze, uvuloplastica) e a livello delle strutture ossee del massiccio facciale.
Complementari alla chirurgia possono essere usati dispositivi per migliorare la respirazione notturna quali dispositivi posizionali che aiutano a mantenere la corretta posizione durante il sonno oppure i ventilatori a pressione positiva per superare gli ostacoli alla respirazione durante il sonno, quest’ultimi spesso tollerati a fatica dai pazienti
Ci sono misure preventive che le persone possono adottare per ridurre il rischio di sviluppare disturbi respiratori del sonno?
Un corretto stile di vita individuale è quanto mai opportuno per ridurre il rischio di insorgenza di disturbi del sonno, in quanto l’aumento di peso, il fumo, possono costituire fattori di rischio per l’insorgenza di queste patologie insieme a fattori anatomici quali eventuali anomalie scheletriche del naso, della mandibola o della faccia.