La clinica del microbiota è una unità ambulatoriale elettivamente dedicata all’erogazione di visite specialistiche ed esami allergologici (diagnostica in vivo con test allergometrici cutanei ed epicutanei), alla diagnosi e terapia dell’asma, allo studio allargato delle reazioni allergiche a farmaci e alimenti.
È diretta dal prof. Mauro Minelli, specialista in allergologia e immunologia clinica da oltre trent’anni, impegnato attivamente nella definizione e nell’attuazione di un modello multidisciplinare integrato finalizzato ad innovare l’approccio clinico, la gestione sanitaria e i percorsi assistenziali nel vasto ambito delle malattie infiammatorie immunomediate.
Nell’individuazione della diagnosi, l’approccio metodologico è quello di orientarsi verso una medicina di sistema che superi il concetto della patologia d’organo.
Non una cura del sintomo, ma un’indagine sulle molteplici manifestazioni che spesso sono riconducibili ad una macro-causa, origine dello stato infiammatorio.
Tematiche riguardanti l’attività della Clinica del microbiota sono:
Il nostro intestino è considerato il più grande organo del sistema immunitario ed è abitato da un’immensa massa di microbi che vivono in simbiosi con l’ospite, contribuendo fortemente al suo complessivo benessere.
I vari costituenti del microbiota noto come microflora, flora microbica, flora batterica, interagiscono continuamente tra loro e con il sistema immunitario dell’uomo attraverso dinamiche complesse che influenzano il mantenimento o la perdita del nostro stato di salute. (Tratto da “Fermenti-Il segreto della vita” rubrica del prof. Mauro Minelli).
Si stima che nel nostro intestino vivano e agiscano circa 100mila miliardi di cellule viventi; quindi, ameno 10 volte il numero delle cellule di cui è composto il nostro organismo per un peso complessivo di circa 1,5 kg. Ed è questo il motivo per cui una presenza produce effetti su di noi in termini di salute e malattia; insomma, un organo nell’organo con il quale fare i conti e con il quale la medicina moderna ha il dovere di confrontarsi. (Tratto dall’intervista a Mauro Minelli su “Il Nuovo Quotidiano di Puglia”).
Perché quel mondo è parte integrante della nostra vita e del nostro benessere. Il genoma dell’uomo ha bisogno di amalgamarsi con quello dei batteri che egli ospita per garantire il corretto svolgimento di una serie di funzioni che si sviluppano in ambiti molteplici e diversificati: dall’equilibrio energetico, al metabolismo, allo sviluppo neurologico, alla modulazione del sistema immunitario.
Le funzioni svolte dal microbiota intestinale a favore del nostro benessere sono diverse:
Assolutamente si, e noi con lui, visto che ciò che mangiamo può favorire o compromettere il complesso ecosistema di cui in qualche modo siamo parte.
La composizione e l’attività metabolica del microbiota intestinale risultano fortemente influenzate dalle abitudini a tavola dei diversi soggetti; pertanto, occorre individuare e mantenere il microbiota sano attraverso una corretta alimentazione.
Assolutamente si, le reazioni avverse al cibo, le cosiddette “intolleranze alimentari”, altro non sono che effetti patologici della trasformazione nel nostro microbiota.
Ad esempio, una dieta ad elevato contenuto di carboidrati fermentabili rintracciati nella farina di frumento, nella frutta in guscio, nel latte e derivati, nei legumi, non sono da considerare alimenti responsabili di eventuali intolleranze o allergie quanto agenti capaci di provocare disturbi di vario genere, soprattutto intestinali.
La letteratura scientifica ha fornito informazioni preziose su un vasto repertorio di malattie che potrebbero essere curate e guarite proprio attraverso un’adeguata correzione del microbiota intestinale.
Abbiamo conferme dalla letteratura scientifica più accreditata che il microbiota umano riveste un ruolo essenziale nel mantenimento della salute riproduttiva della donna.
Si ritiene, per esempio, che un microbiota sano possa contribuire in modo considerevole alla prevenzione del parto pretermine.
Alterazioni qualitative e quantitative del microbiota “locale” in una donna, ma anche del suo microbiota intestinale e addirittura di quello orale, possono favorire una colonizzazione da parte di batteri potenzialmente patogeni, in sedi (utero, placenta, liquido amniotico) che normalmente non sono abitati da microrganismi vivi.
Il microbiota intestinale della madre è stato ripetutamente correlato allo stato di salute del neonato, dal punto di vista immunologico e metabolico: questo risultato è stato ottenuto osservando un gran numero di donne in gravidanza, in quanto determinati aspetti della salute del bambino in relazione ad eventuali terapie antibiotiche sostenute dalla madre durante la gestazione, hanno evidenziato che la prole di madre trattata con antibiotici durante la gravidanza aveva più probabilità di mostrare disordini del sistema immunitario.
Allo stesso modo, le nuove analisi del microbiota hanno permesso di rilevare associazioni tra caratteristiche del microbiota materno e probabilità del neonato di sviluppare infezioni, asma, autoimmunità, obesità e diabete.
(Tratto dal nuovo libro Il segreto della salute,Armando Curcio Editore, dic. 2022 del prof. Mauro Minelli, con focus sulla connessione tra microbiota e corretta alimentazione).
La principale comunità microbica commensale si trova nell’intestino che, dotato di una estesa superficie mucosa dell’organismo, ospita al suo interno miliardi di microrganismi. Il microbiota intestinale influenza la fisiologia dell’ospite, pertanto, nel caso del virus dell’influenza che entra nell’organismo deve vedersela con un’agguerrita popolazione di batteri commensali ed è capace di esercitare un effetto scudo. Grazie a questo scudo protettivo, la comunità microbica intestinale oltre a bloccare i virus aggressori e ad alterare la loro replicazione, attiva il sistema immunitario”. (Tratto dall’intervista rilasciata dal prof. Mauro Minelli ad AdnKronos).
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1. Ci possono essere motivazioni che vanno oltre le valutazioni ginecologiche?
2. E’ possibile applicare queste premesse scientifiche alla realtà? Cioè come si fa a capire se un microbiota alterato può ostacolare ed impedire una gravidanza?
1. Spesso le persone hanno problemi con il latte e gli viene detto che sono intolleranti al lattosio. Ma questo vuol dire che si è allergici al latte e ai latticini? Oppure si può sperare di poterli assumere prima o poi?
2. Che indagini diagnostiche devo fare per sapere se sono o meno intollerante al lattosio?
1. Cosa si fa presso la Clinica del Microbiota?
2. In cosa consistono le attività previste presso la clinica del Microbiota?
3. Che tipo di analisi si eseguono?
1. Cosa è il microbiota intestinale ed è davvero così importante questo sistema e perché?
2. Come si fa a studiare un microbiota e come si fa a correggere?
3. Presso Villa Salaria Hospital si eseguono procedure per riequilibrare un sistema intestinale malato, quali sono?
1. Cosa si intende per candida? Quanto è diffusa e con quali sintomi si manifesta?
2. Ma se la candida viene dall’intestino perché le cure si concentrano sugli organi genitali? Come impostare le terapie più efficaci nelle candidosi vaginali?
Uno studio dell’immunologo Mauro Minelli evidenzia i risultati di una nuova metodica di campionamento
Una nuova metodica per la raccolta del microbiota, sviluppata e brevettata in Italia, potrebbe rivoluzionare il campo delle analisi e avere un impatto anche sulle persone con diabete. “Già nel 2016, utilizzando approcci di metabolomica-metagenomica integrata, erano state identificate nella prevotella copri e nel bacteroides vulgatus le principali specie batteriche con diretta correlazione fra loro capacità di produrre Bcaa (Branched-Chain Aminoacids, aminoacidi a catena ramificata) e insorgenza nell’uomo di insulino-resistenza. Ciò è in linea con diversi studi dimostranti che alte concentrazioni di Bcaa possono condurre a disturbi metabolici, e così suggerendo l’esistenza di una correlazione tra alte concentrazioni nel sangue di tali aminoacidi e lo stato diabetico”. A spiegare il legame tra lo studio del microbiota e il diabete è l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, in occasione della Giornata mondiale del diabete che si celebra lunedì.
Dott. Mauro Minelli
Medico Chirurgo specialista in Immunologia clinica e allergologia
Per disbiosi intestinale si intende un’alterazione più o meno profonda della composizione qualitativa e quantitativa della enorme massa microbica che popola il nostro intestino e che prende il nome di microbiota.
Tale squilibrio porta ad una compromissione della fisiologica diversità che caratterizza un microbiota sano e può avere importanti ricadute sulla salute.
La disbiosi intestinale si può associare a una vasta gamma di disturbi intestinali ed extra-intestinali, che possono andare dalle turbe dell’alvo (stitichezza o diarrea), alla sindrome del colon irritabile (IBS), alle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), ai tumori del colon-retto, e poi ancora alcune patologie epatiche, neuropatie, immuno-allergopatie, malattie metaboliche come obesità, diabete di tipo 2, insulino-resistenza.
I prodotti probiotici, o fermenti lattici vivi, contengono microrganismi già naturalmente presenti nell’intestino.
Il probiotico è, dunque, un supplemento dietetico costituito da microrganismi vivi e benéfici e, dunque, capaci di influenzare positivamente l’ecosistema intestinale nel quale dovranno arrivare ancora vitali. Nell’intestino essi supportano la flora microbica pre-esistente, contribuendo a ristabilire l’equilibrio eventualmente perduto. Più in particolare, l’impiego dei probiotici e la loro opportuna e calibrata integrazione in una dieta corretta, è stata associata a benéfici effetti nel controllo di patologie quali la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), la rettocolite ulcerosa (RCU), la malattia diverticolare del colon, ma anche le malattie allergiche e l’obesità.
Il microbiota intestinale è anche in grado di modulare i livelli circolanti di ormoni sessuali. Sno stati coniati, a tal proposito, i termini “estroboloma” e “testroboloma” per indicare l’insieme dei geni appartenenti a batteri intestinali in grado di agire sul metabolismo degli ormoni sessuali sia femminili sia maschili. Quindi senza dubbio il microbiota intestinale può influenzare la salute riproduttiva.